Il Negroamaro (o Negramaro) è un vitigno a bacca nera introdotto forse dai greci nell'arco Ionico e coltivato quasi esclusivamente in Puglia, in modo particolare nel Salento.

E' uno dei principali vitigni dell'Italia Meridionale ed è il sesto a bacca nera in Italia con circa 32.000 ha.

L'origine del nome non è altro che la ripetizione della parola nero in due lingue: niger in latino e maru in greco antico. Alcuni affermano invece che il nome deriva dal termine dialettale "niuru maru" (tradotto: nero amaro), per il caratteristico colore nero dell'acino e il sapore tipicamente amarognolo del vino che se ne ricava.

Ha foglia grande, pentagonale, quinquelobata o trilobata; grappolo medio, di forma tronco-conica, corto e serrato, raramente con un'ala; acino medio-grande, obovoide, con buccia pruinosa, spessa e consistente, di colore nero-violaceo; polpa succosa, di sapore semplice, dolce.

Ha produzione abbondante e costante, predilige terreni calcareo-argillosi, ma si adatta bene anche ad altri tipi di terreni e a climi caldi e aridi. Viene allevato prevalentemente ad alberello e a tendone, con potatura lunga o corta.